MARCO LANNA - tessera N° 192
Nato a Genova il 13 luglio 1968, allievo di Luca Pellegrini, ha giocato nel ruolo di difensore, abile nella marcatura a uomo e nella percezione della sua posizione rispetto agli avversari. Esordisce a 19 anni, nella stagione 1986-1987, nella Sampdoria di Vujadin Boskov, dove rimane per sette stagioni consecutive formando insieme a Mannini, Vierchowod e Katanec una delle difese più forti d'Europa. Coi blucerchiati vince due Coppe Italia, una Coppa delle coppe e uno scudetto: manca solo la Coppa con le orecchie che nel 1992 Marco si è visto sfuggire nella finale contro il Barcellona. Vincere uno scudetto è grandioso, con la maglia della Sampdoria è storico, da genovese con la squadra per cui ha fatto il tifo sin dalla nascita è impresa da sogno. Marco Lanna è un concentrato di tutto questo, orgoglioso di aver vissuto un qualcosa di unico, con la voglia di scolpire nella memoria ogni momento di quella favolosa conquista e tutti i personaggi che hanno contribuito a realizzarla. Per Lanna ognuno di loro merita affetto, ma due persone sono fuori classifica, appartengono per grandezza ad un mondo a parte: il Presidente Paolo Mantovani e l'Allenatore Vujadin Boskov. Ricordare queste due persone fa luccicare gli occhi a Marco: “Paolo Mantovani era una persona che ci conosceva benissimo uno per uno, sia come calciatori che come persone…quando c'erano delle partite importanti, era il primo che arrivava a Bogliasco prima della gara, prima del ritiro, però era bravissimo a non caricarci troppo. Si vedeva che era teso, ma non trasmetteva mai il nervosismo, perché sapeva bene che la squadra sapeva concentrarsi da sola e non c'era bisogno di uno sprono: aveva una grande conoscenza della sfera umana di tutti noi, era un grande psicologo. Sapeva benissimo quando usare il bastone e quando la carota. Aneddoti ce ne sarebbero tanti ma penso che il suo ricordo sia legato ad un periodo lungo e che io ho vissuto personalmente, sei anni che vissuti da professionista, ha insegnato dei valori che ora nel calcio non esistono più”.
Si commuove ancor di più ricordando Vujadin: "…non fosse altro per il tempo trascorso assieme nello spogliatoio, per il coraggio che ha avuto nel lanciarmi, la fiducia che ha riposto in me. Boskov è stato un secondo padre, un uomo fondamentale per la mia carriera. Volevo fare qualcosa per rendere ancora più immortale la sua memoria ed ho avuto l'idea di un torneo di footgolf a Rapallo, disciplina che ora va per la maggiore, ma di cui lui può essere considerato un precursore, visto che ci costringeva con un esercizio, a portare la palla in diagonale da una bandierina del corner all'altra. Se volevi vincere, con meno tocchi possibili.”
Nella stagione 1993-1994 viene acquistato dalla Roma, dove gioca quattro campionati, poi dal 1997-1998 fino alla stagione 2000-2001 emigra in Spagna, dove gioca prima nel Salamanca e poi nel Real Saragozza, con cui vince la Coppa del Re. Chiude la carriera nel 2002 in Serie B, ancora con la Sampdoria.
La più grande gioia e il più grande rimpianto della carriera?
"La finale di Wembley raffigura entrambi sentimenti, la gioia per esserci arrivati e la delusione per non averla vinta".
(Fonte Wikipedia)