ENRICO NICOLINI - tessera N° 173
Nato a Genova nel 1955, cresciuto nelle giovanili della Sampdoria, con cui ha esordito in Serie ‘A’ nella stagione 1973-1974, Enrico Nicolini veste anche le maglie del Catanzaro, del Napoli, dell'Ascoli e del Bologna. In carriera ha collezionato complessivamente 237 presenze e 25 reti in Serie A e 155 presenze e 9 reti in Serie B. Da allenatore esordì con il Novara, quindi andò al Vigor Lamezia e poi al Palermo in serie B. Ha fatto parte dello staff di Carlo Mazzone al Brescia ed è stato osservatore per il Bologna. Nel 2009 collabora come secondo allenatore del Cluj, in Romania, con Andrea Mandorlini, conquistando il titolo di Campioni di Romania per poi seguirlo anche nell’Hellah Verona.
“Sono cresciuto in una famiglia di sampdoriani e non potevo non proseguire un percorso naturale. Giocavo a pallone e andavo in Gradinata Sud. E avevo un sogno nel cuore: quello di poter giocare in serie A con la maglia della Sampdoria. La domenica prima andai in panchina a Torino contro i granata. E lo stesso feci quel 17 marzo. Ricordo che accanto a me sedeva un altro giovane, Bastianoni. Al minuto 44 del primo tempo Lodetti si fece male ed entrai in campo. Fu un’emozione enorme e un piccolo grande primato, visto che resto l’unico genovese ad aver esordito nel massimo campionato in un derby”. Un derby, tra l’altro, per nulla banale: alla fine della stagione risultò decisiva la rovesciata di Maraschi che permise ai blucerchiati di pareggiare all’ultimo respiro, condannando così i dirimpettai alla retrocessione.
Malgrado la sua carriera si sia poi sviluppata lontano da Genova e dal Doria, il legame restò assai forte e negli ultimi anni Enrico è tornato un po’ alle sue origini, ricominciando a vivere lo stadio nelle vesti di tifoso. Era presente in curva a Varese in quella magica notte del 9 giugno 2012 con Tirotta, Zanetti, Francesca Mantovani, a riassaporare il piacere di sostenere la propria squadra del cuore e a stare insieme al popolo blucerchiato in quel momento tanto importante per il ritorno A casa.
Enrico ha un unico grande rimpianto nella sua carriera: Nell’85 giocava ad Ascoli e il grande Paolo Mantovani, suo Dirigente nelle giovanili, lo chiamò perché voleva riportarlo alla Samp…Lo zoccolo duro era quello giusto, stava nascendo la squadra che poi avrebbe vinto lo Scudetto e per lui, che aveva accumulato esperienza in 10 campionati di serie A, sarebbe stato un ritorno a casa con i gradi che gli competevano. Ma sulla sua strada trovò il sergente di ferro Bersellini, che preferiva non disturbare l’ascesa di un giovane come Pari e allora non se ne fece nulla.
“Nella Samp sono passati tanti campioni che sono rimasti nel cuore dei tifosi, giocatori che hanno marchiato sulla pelle i colori blucerchiati e penso a Mancini, a Vialli e a tanti altri…ma nessuno può affermare con orgoglio, quello che solo io posso ripetere a voce alta a tutti “COME MIO PAPA’!”
(Fonti : Sampdoriacommunity.forumcommunity e Sampdorianews)